In questi giorni abbiamo fotografato la cometa con la Canon 550D e un teleobiettivo da 200 mm. Una domanda che si pone è quanto è brillante?

A differenza delle stelle, che sono quasi puntiformi, la cometa è estesa e sfumata, per cui è difficile dire quando finisce: per misurare la luminosità bisogna invece definire un raggio entro cui misurare la luce raccolta dalla camera.

A mano a mano che si allarga il raggio la luminosità misurata cresce: dove ci fermiamo? Il limite è dato dalla luminosità del fondo cielo, che in una località suburbana è comunque abbastanza alta e non permette di vedere le parti più deboli della cometa, come ad esempio la sottile coda azzurra di ioni.

Per le nostre immagini sono significativi due raggi: quello corrispondente alle dimensioni apparenti delle stelle viste ad occhio nudo, ossia un raggio di 30 secondi d'arco, e il diametro massimo visibile sulle foto che è nel nostro caso è circa 140 secondi d'arco.

Ecco comunque la tabella delle misure per la foto del 7 febbraio: il primo numero è il raggio in secondi d'arco, il secondo la magnitudine visuale.

  27 8.44
  45 7.67
  64 7.23
  82 6.94
 100 6.71
 118 6.53
 137 6.38

 

Le magnitudini riportate nelle effemridi si riferiscono normalmente alla massima estensione della cometa, e sono quindi molto più brillanti di quelle visibile ad occhio, che sono paragonabili a quelle entro un raggio di 30-60 secondi d'arco.

Si vede bene come la luminosità cresca col raggio, e come sia difficile valutare la effettiva visibilità di una cometa ad occhio nudo. E' vero che con cielo molto scuro e una buona vista si posson vedere stelle di mag 6, ma la luce della stella è concentrata in un punto che spicca rispetto alla luminosità diffusa del cielo, mentra la luce della cometa è distribuita su una ampia superficie e il contrasto col cielo è molto minore. In pratica perchè una cometa si possa vedere ad occhio è necessario che la sua magnitudine sia 4 o meno, cosa che non è accaduta per la C/2022 E3.

 average